La disfunzione più diffusa tra le Mamme di Lecco

La disfunzione più diffusa tra le Mamme di Lecco

Si stima che, a Lecco e dintorni, ben 4 mamme su 5, manifestino una sintomatologia ricorrente, nei mesi successivi al parto.

Dati che fanno riflettere, soprattutto se si considera che si tratta di disturbi a prima vista scollegati fra loro e che, proprio per questo, spesso rendono difficile risalire alla radice.

Eppure un fattore comune c’è ed è riconducibile proprio agli eventi che più di ogni altro determinano per il corpo profondi sconvolgimenti, che si ripercuotono su tutti gli organi e gli apparati, ovvero gravidanza e parto.

Se hai avuto un figlio negli ultimi 24 mesi, forse dovresti leggere attentamente l’elenco che segue perché, nel caso  ti riconoscessi almeno 3 dei seguenti sintomi, allora potresti rientrare anche tu in questa particolare casistica.

  • Dolore alla schiena, soprattutto nel tratto lombare
  • Diastasi addominale o lassità dell’addome
  • Cefalee
  • Dolore cervicale
  • Disturbi digestivi
  • Stipsi
  • Disturbi della minzione (incontinenza urinaria e/o difficoltà a svuotare completamente la vescica)
  • Dolore al pube
  • Varici e/o ritenzione idrica
  • Disturbi del sonno
  • Dolore durante i rapporti sessuali

Cosa sta succedendo al corpo? Come vanno interpretati questi sintomi? 

Il corpo sta mandando dei segnali che è importante non ignorare. Ce ne parla il Dr. Domenico Oliva, Ostetrico ed esperto nella riabilitazione post partum, formatore degli operatori materno-infantili.

“La gravidanza e l’evento parto determinano una serie di dissinergie, che sono la diretta conseguenza delle modificazioni posturali e funzionali che causano ripercussioni a carico di vari apparati.

Le più recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato come siano le dissinergie del “Core” le responsabili di numerose disfunzioni del sistema osteo-muscolare, dell’apparato digerente, del circolo venoso e linfatico, dell’apparato urinario, della statica pelvica”.

Il benessere nasce dunque dal Core, ossia il complesso muscolare addomino-lombo-pelvico da cui dipende l’efficienza e l’efficacia statica e dinamica dell’intero corpo.

“Un core competente”, prosegue Dr. Oliva “garantisce le necessarie sinergie per la corretta funzionalità di tutte le parti”.

L’attenzione a questa parte del corpo, quindi, non è solo un fattore estetico ma una vera e propria questione di salute.

Mai come in questo caso, mal comune NON è mezzo gaudio: il fatto che ne soffrano in tante non significa che sia giusto così.

Non è normale soffrire di incontinenza solo perché si è diventate mamme. Non lo è nemmeno provare dolore durante un rapporto sessuale. Non bisogna rassegnarsi a soffrire di diastasi addominale. Il mal di schiena non fa parte del naturale decorso del post partum.

Se, dopo aver avuto il tuo bambino/la tua bambina non ti senti al meglio, è legittimo che tu voglia fare qualcosa.

Un dato positivo c’è. La buona notizia è che si può fare molto: i margini di recupero sono ampi e, nella maggior parte dei casi, si può aspirare ad una completa remissione dei sintomi.

“Tornare alla normalità, ripristinare l’equilibrio globale, recuperare uno stato di benessere completo non solo è possibile, oggi è finalmente un reale obiettivo di salute della medicina”, afferma il Dr. Oliva.

In che modo è possibile ripristinare la sinergia del Core e, in generale,  il proprio equilibrio e dire addio ai disturbi che ci affliggono?

“Ogni donna che ha partorito dovrebbe intanto essere sottoposta ad uno screening: una valutazione posturale e funzionale, basata il più possibile su dati oggettivi (forniti da test o da strumentazioni di precisione)”.

Solo così sarà possibile intraprendere un percorso mirato.

A Lecco, presso il Centro In Salus è disponibile uno screening gratuito di analisi del Core dopo la gravidanza, a cura di un’equipe specializzata, guidata dal Dr. Oliva.

“Nel corso della nostra esperienza ultra trentennale, abbiamo compreso che ciò che funziona di più e si rivela realmente duraturo nel tempo, è un approccio dolce e rispettoso, grazie al quale la donna può raggiungere una maggior conoscenza di sé, imparando a “rieducarsi” attraverso il movimento.

Un metodo nel quale il fattore umano è determinante e va di pari passo con le competenze tecniche.

Un sistema capace di innescare un meccanismo che porta a risultati in tempi estremamente brevi.

I risultati ottenuti ci parlano di interventi chirurgici (che inizialmente parevano inevitabili) scongiurati, dolori scomparsi, disturbi eliminati, corpi trasformati”.

Negli ultimi anni più che mai abbiamo compreso quanto sia importante la salute. Accettare compromessi sul proprio stato fisico, predispone a tutta una serie di rischi cui non ha senso esporsi, dal momento che esistono delle soluzioni semplici ed efficaci.

Diffondere la cultura della salute nel post partum è la nuova sfida, partita da Lecco, destinata a raggiungere il maggior numero di madri possibile.

Il latte materno è come un vaccino

Il latte materno è come un vaccino

L’analisi di innumerevoli casi, nel corso degli ultimi due anni segnati dalla pandemia da Covid 19, ha dimostrato che il virus non si trasmette dalle madri positive ai neonati.

I bambini hanno, dunque, delle difese immunitarie che li proteggono dal contagio. Ma quale meccanismo si innesca perché tali difese si attivino?

La risposta a questo interrogativo potrebbe essere emersa da una recentissima ricerca dell’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, condotta in collaborazione con il Politecnico Umberto I, i cui risultati, pubblicati sulla rivista scientifica JAMA Network Open, evidenziano il ruolo cruciale del latte materno nella formazione delle difese immunitarie dei bambini contro il Covid.

Lo studio ha esaminato 28 neomamme, non vaccinate e positive al Coronavirus, nel periodo in cui si avvicinavano al parto, e i loro bambini nati tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021.

Attraverso la placenta, le madri trasferiscono ai neonati i propri anticorpi di tipo IgG (le cosiddette immunoglobuline), sviluppatisi a seguito di proprie infezioni o precedenti vaccinazioni.

Tramite il latte materno, la madre trasferisce anche gli anticorpi IgA, noti anche come mucosali (perché si formano nelle mucose materne) e proteggono il neonato da raffreddore e influenza.

La ricerca del Bambin Gesù si è basata sull’esame della presenza di anticorpi IgG e IgA contro il Covid19 nel sangue e nel latte delle madri e nel sangue e nella saliva dei loro bambini. Gli esami sono iniziati a solo due giorni da parto e sono continuati per due mesi.

Si è scoperto che le immunoglobuline, a due giorni dal parto, erano presenti nel latte materno, ma non nel sangue delle madri, a riprova del fatto che la reazione delle mucose è immediata e veloce a differenza della risposta sistemica del corpo umano.

Nel sangue dei neonati gli anticorpi contro il SARS COV 2 non sono stati rilevati né nei due giorni successivi al parto, né dopo i due mesi. Essendone, infatti, priva al momento del parto, la madre non poteva trasmetterle al bambino tramite la placenta.

Sorprendentemente, nella saliva dei neonati, invece, gli anticorpi contro il covid sono stati rilevati sia dopo 48 ore, sia dopo due mesi dal parto.

La dottoressa Rita Carsetti, responsabile di Diagnostica di Immunologia al Bambino Gesù, spiega che le immunoglobuline delle madri infettate, combinate con la proteina “Spike” del virus, costituiscono un “immuno-complesso”, una particolare molecola che si trasferisce ai bambini con il latte materno stimolando la produzione di anticorpi contro il covid.

È come se il latte materno avesse svolto nei confronti dei bambini appena nati la funzione di un vaccino naturale, aiutandoli a produrre in modo autonomo le proprie difese immunitarie, oltre che a proteggerli passivamente dal contagio.

Fonti:

BAMBINO GESU’: Comunicato stampa del 5/11/2021

Il latte materno stimola le difese anti Covid-19 dei neonati

Post parto: ma perché quella pancia?

Post parto: ma perché quella pancia?

La gravidanza tende a sbilanciare drasticamente la forma del tronco: tutte le strutture, compresi i muscoli e le articolazioni, si tendono, infatti, per l’espansione dell’utero che accoglie il feto. Dalla ventesima settimana, le due fasce dei muscoli addominali retti si separano per fare spazio al bambino.

Il risultato è la cosiddetta diastasi recti (separazione addominale) con conseguente riduzione delle normali funzionalità degli stessi muscoli.

Si è ritenuto che a determinare la diastasi dei retti fossero specifiche condizioni, quali l’eccesso di peso della madre e del bambino. Una ricerca del 2015 ha smentito, però, la connessione tra la separazione dei muscoli addominali e fattori esterni. Il fenomeno è, in realtà, molto comune e colpisce oltre il 50% delle donne incinte.

I sintomi più comuni della diastasi recti includono: sensazione di gonfiore e crampi allo stomaco, male alla schiena nella parte lombare, stipsi e incontinenza. In alcuni casi si rilevano difficoltà respiratorie e digestive.

Durante la gravidanza, possono non manifestarsi sintomi evidenti. Nel secondo o terzo trimestre, si può notare un rigonfiamento sulla pancia, sopra e sotto l’ombelico, più evidente quando si usano i muscoli addominali per alzarsi, sedersi o sdraiarsi.

Se si avvertono intense sintomatologie dolorose all’addome, al bacino o alla schiena, è necessario rivolgersi immediatamente al medico.

Dopo il parto, il sintomo più evidente è un gonfiore persistente sull’addome, quasi come se il bambino non fosse ancora nato. La diagnosi della diastasi dei retti parte da una procedura che si può compiere anche da sole: ci si sdraia sulla schiena con le gambe flesse e i piedi appoggiati a terra; a questo punto si devono sollevare le spalle sorreggendo la testa con una mano. Con la mano libera si ispeziona l’addome, sopra e sotto l’ombelico, tastando le fasce muscolari.

È in corso la diastasi dei retti se si avverte, in alcuni casi non solo con il tatto ma anche a vista, un vuoto evidente tra i muscoli addominali.

Man mano che questi riacquistano forza e ciò avviene regolarmente dopo diverse settimane dal parto, il divario tra le due fasce muscolari inizierà a ridursi naturalmente. Il medico può confermare la diagnosi di diastasi dei retti con l’ecografia che fornisce, ovviamente, una misurazione più accurata dell’anomalia.

Per favorire la riduzione della diastasi è necessario:

  • Evitare di sollevare pesi
  • Evitare esercizi fisici che determinano iperpressione addominale.
  • Mantenere una postura corretta soprattutto durante l’impegno fisico
  • Regolarizzare l’intestino
  • Ridurre la tosse e controllare l’addome durante per evitare di “spanciare”.

Fonti

Diastasis recti.

Diastasis recti: Not just for newborns and pregnant women.

Rectus abdominis diastasis. DOI

Prevalence and risk factors of diastasis recti abdominis from late pregnancy to 6 months postpartum, and relationship with lumbo-pelvic pain. DOI

Pregnancy related abdominal diastasis: Patient information. (2017).

Diastasis recti abdominis during pregnancy and 12 months after childbirth: Prevalence, risk factors and report of lumbopelvic pain. DOI

Vita da Neomamma: quello che nessuno ti aveva detto prima

Vita da Neomamma: quello che nessuno ti aveva detto prima

La nascita di un bambino sconvolge inevitabilmente ritmi e orari di tutta la famiglia e, in particolare, della neo mamma che, dopo i lunghi nove mesi di gravidanza, si trova ad affrontare una vita completamente diversa, una vita nuova di cui, se è al primo figlio, sa molto poco. La mancanza di esperienza causa ansia e preoccupazione nonostante la felicità per l’arrivo del neonato.

Nelle settimane subito dopo il parto, gli ormoni, aumentati durante la gestazione, continuano a produrre i loro prodigiosi effetti regalando alle neo mamme energie straordinarie che consentono loro di adattarsi alla nuova routine e, allo stesso tempo, lunghi momenti di sconforto e tristezza difficili da gestire. Le prime sei settimane con un neonato sono una serie infinita di continui alti e bassi per qualsiasi genitore: alti e bassi importanti e intensi che lasciano il segno per sempre.

Il primo scoglio è alimentare il piccolo. Allattare al seno, per quanto naturale, non è così facile come sembra. Alcune donne fanno fatica le prime volte, tendono ad irrigidirsi appena il bambino apre la bocca e rendono l’operazione snervante e logorante.

Nonostante gli ormoni e l’eccesso di adrenalina dovuto al cambiamento tanto atteso, la stanchezza e la privazione del sonno, inevitabile per le poppate, si fanno sentire. Il poco sonno sembra quasi rubato alla cura del neonato e privato per questo dell’innato effetto ristoratore.

Tutto ciò che riguarda il bambino si trasforma in un evento straordinario che provoca agitazione. È il caso del primo bagnetto con l’ansia per la temperatura giusta dell’acqua e per la paura di far scivolare il piccolo.

Abituarsi alla cura del neonato è impresa ardua. Su tutto emerge il fatto che il tempo non appartiene più alla mamma, ma è scandito dai bisogni e dagli orari del bambino. Può aiutare, in alcuni casi, frequentare un gruppo di neomamme per rendersi conto di non essere le sole a sentire il peso del cambiamento.

Dopo un po’, si instaura, comunque, una nuova normalità, con rituali ben definiti che regalano alla neomamma serenità e la sensazione di riappropriarsi del controllo della propria vita che sembrava smarrito subito dopo il parto.

Le prime settimane dopo la nascita del bambino sono sicuramente un periodo estenuante e sconvolgente, ma tutto si ricompone, secondo un ordine nuovo, dopo poco tempo. Le incombenze quotidiane, il sonno perso, la stanchezza sono ripagate dai versetti teneri del bimbo, dalle sue smorfiette, dagli odori dolci e, dopo qualche settimana, dai primi sorrisi.

Fonti

A Day in the Life of a New Mom

‘What do new mothers do all day?’

What Life as a New Mom Is Really Like

Gravidanza e smagliature

Gravidanza e smagliature

Ancora prima di rimanere incinta, le donne hanno spesso il terrore delle smagliature provocate dalla gravidanza e dal parto di cui sono quasi diventate sinonimo, al pari delle fastidiose nausee mattutine.

Il timore è, purtroppo, giustificato: il 90% delle donne in attesa presenta, infatti, smagliature, più o meno evidenti, entro il terzo trimestre di gestazione, solitamente intorno all’ombelico, sui glutei, sul seno e sulle cosce.

Le smagliature della gravidanza, scientificamente denominate striae gravidarum, sono fondamentalmente un tipo di cicatrici: striature frastagliate della pelle che assumono intensità e colorazioni differenti (rosa, rossi, nero, blu o viola) a secondo della parte del corpo in cui si formano e della loro età.

Appena comparse, le smagliature sembrano quasi in rilievo. Con il passare del tempo, al tatto, diventano assolutamente impercettibili. Le smagliature si producono quando la pelle subisce allungamenti repentini che lacerano gli elementi di sostegno degli strati superficiali dell’epidermide, formando, appunto, una cicatrice.

Una ricerca risalente al 2013 ha ipotizzato una inclinazione genetica alla formazione delle smagliature che, quindi, potrebbero essere addirittura ereditarie, tramandandosi, sfortunatamente, di madre in figlia. Anche l’uso di cortisone, ormone che rende la pelle meno elastica e la cui produzione avviene nelle ghiandole surrenali, potrebbe favorire l’insorgere delle smagliature.

La ricerca suggerisce che durante la gravidanza è più probabile che si formino smagliature nelle donne giovani e in quelle in cui si registra un aumento di peso più rapido della media. Alcune smagliature, purtroppo, sono permanenti, altre svaniscono naturalmente dopo la nascita del bambino. Esistono, comunque, trattamenti che, se iniziati precocemente, riescono a renderle meno evidenti.

Sulle smagliature si può intervenire con moderne tecniche i cui risultati sono molto soggettivi:

  • Peeling chimici: sono tecniche di esfoliazione della pelle con sostanze chimiche come l’acido glicolico.
  • Laserterapia: trattamento che riduce la gravità delle smagliature avvalendosi del laser.
  • Microdermoabrasione: esfoliazione con sostanze leggermente abrasive tipo i cristalli di corindone.
  • Microneedling o micro perforazione con aghi sottilissimi.
  • Radiofrequenza: tecnica che agisce riscaldando gli strati meno superficiali dell’epidermide per attivare la produzione di collagene.

Un cenno doveroso merita l’applicazione sulle smagliature di creme (con acido ialuronico, burro di cacao, vitamina E, olio di oliva e mandorle): pur non esistendo concrete evidenze scientifiche che ne provino l’efficacia, avendo proprietà emollienti, usarle non peggiorerà certamente la condizione delle smagliature. Anzi, migliorando il tono generale della pelle possono concorrere a renderle meno visibili.

Fonti

Striae gravidarum: Risk factors, prevention, and management.

Treatment of striae distensae with needling therapy versus microdermabrasion with sonophoresis.

Skin conditions during pregnancy

Genome-wide association analysis implicates elastic microfibrils in the development of nonsyndromic striae distensae.

Management of stretch marks (with a focus on striae rubrae).