In base a quanto dimostrato da recenti studi svizzeri, la procedura diagnostica che tutti conosciamo come ecografia ostetrica stimolerebbe il legame tra genitori e figlio. In che modo?

La visione “concreta” del bambino, effettuata attraverso le immagini ecografiche, a partire dal sesto mese di gravidanza, attiverebbe immediatamente le dinamiche verso la costruzione della relazione co-genitoriale.

Trasformarsi in genitori rappresenta un’importante fase di cambiamento sia per la donna che per l’uomo. La coppia, abituata a condurre un rapporto coniugale a due, vive un momento di transizione alla genitorialità e cogenitorialità. Condizioni significative dal punto di vista emozionale, fisico e sociale, osservabili a partire dal secondo trimestre di gravidanza.

L’atteggiamento reciproco e responsabile dei genitori s’intensifica via via durante il corso della gravidanza. Nello specifico, quando il bambino viene percepito concretamente, attraverso i movimenti fetali, e non più a livello immaginario. In questo processo di interazione familiare svolgerebbe, secondo gli studi, un ruolo fondamentale l’ecografia ostetrica, specie quella a quattro dimensioni (4D).

Nel processo psicologico dell’attesa, l’ecografia di routine, oltre a rassicurare la famiglia sullo stato di salute del bimbo, potrebbe dunque servire a dare un volto ed un’identità al nascituro. La conoscenza del prototipo infantile da parte dei genitori renderebbe perciò la gravidanza ancora più “reale”: impegnando la coppia in una riorganizzazione delle rappresentazioni mentali di se stessi e del bambino, e ne rafforza il legame.

Dalla ricerca emerge che i genitori… [SEGUE]