I primi mesi dopo la nascita sono fondamentali per lo sviluppo fisico e psicologico del bambino. Se, malauguratamente, proprio in questa fase, il bambino non riceve le attenzioni necessarie, le conseguenze possono essere rilevanti e non solo sul piano affettivo: la sua crescita può essere rallentata e si potrebbero riscontrare alterazioni comportamentali e di apprendimento.


Diversi fattori biologici e ambientali possono influenzare il comportamento materno in numerose specie di mammiferi. Secondo molte ricerche, un eventuale deficit di ossitocina, ormone rilasciato durante il parto e durante l’allattamento al seno che facilita l’instaurarsi di un sano e regolare legame madre-figlio, può influenzare negativamente il comportamento della madre nei confronti del piccolo.
Anche un deficit dei livelli di serotonina, neurotrasmettitore chiave che regola l’umore e la depressione, può interferire con l’istinto materno.


Recentemente una ricerca del Salk Institute di La Jolla, in California, guidato da Janelle Ayres, ha indicato un fattore d’influenza sul comportamento materno derivante da una fonte assolutamente inaspettata: i batteri che risiedono nell’intestino della madre. Questo interessante studio, pubblicato su Science Advances, è stato condotto su madri di topo e la loro prole.


Lo studio ha individuato un collegamento tra il microbioma materno, vale a dire l’insieme del materiale genetico dei batteri presenti nel corpo materno, e il legame tra la madre e il cucciolo. Il team della dottoressa Ayres ha somministrato diversi tipi di batteri E. coli a topi privi di germi e ha scoperto che i cuccioli delle madri colonizzate con il tipo E. coli O16: H48 crescevano molto lentamente.
Un approfondimento dell’esperimento ha scoperto che la crescita stentata dei cuccioli era dovuta alla negligenza materna.

Le madri colonizzate con E. coli… [SEGUE]