A partire dal momento in cui una donna scopre di aspettare un bambino, viene sopraffatta da un turbinio di emozioni: insicurezza, paura e la sensazione di non essere pronta a diventare madre. Il “mom shaming”, letteralmente far vergognare una mamma, fa leva su queste emozioni con conseguenze drammatiche sulla psiche delle madri che ne sono bersaglio.
Ogni mamma subisce critiche per le decisioni assunte riguardo all’educazione e alla cura dei propri figli. I dati statistici ne sono la prova. La maggior parte delle madri (61%) afferma, infatti, di essere stata criticata per le proprie scelte genitoriali da un familiare: l’altro genitore (36%), i suoceri (31%) o la propria madre o padre (37%).
La disciplina è l’oggetto più frequente delle critiche, segnalato dal 70% delle madri. Altri temi comuni, oggetto di commento negativo, sono la dieta/nutrizione (52%), il sonno (46%), l’allattamento al seno rispetto al biberon (39%), la sicurezza (20%) e la cura in generale dei bambini (16%). Le madri reagiscono in modi diversi alla critica: alcune cominciano a documentarsi per capire se stanno veramente sbagliando, altre si conformano alle critiche modificando il loro modo di essere genitori.
La maggioranza delle madri afferma fortunatamente che le critiche le hanno fatte sentire più sicure delle loro scelte genitoriali e il 56% dichiara di aver smesso di criticare altre madri dopo esserne stata oggetto.
Il mom shaming diventa particolarmente fastidioso quando un’altra mamma offre consigli genitoriali non richiesti, adottando posizioni rigide, incrollabili su una propria opinione e facendo vergognare altre mamme che la pensano e agiscono diversamente. È quella che viene definita la guerra delle mamme, fenomeno ancora più odioso quando viene amplificato dagli strumenti di comunicazione digitale. Non è raro che una mamma per aver fatto una qualsiasi scelta non condivisa dalle altre, venga messa alla gogna su un gruppo whatsapp o di qualche altro social media.
Ciò che rende il mom shaming unico e diverso da altre forme di bullismo è che prende di mira qualcosa di intimamente legato al senso del dovere di una donna. Nella società di oggi, l’asticella della genitorialità tende a essere molto più alta per le madri che per i padri. Le madri sono spesso oggetto di critica, mentre i padri sono trattati con molta più indulgenza per le stesse decisioni genitoriali.
Accade per esempio quando una madre che non lavora ne giudica un’altra impegnata professionalmente. Una sorta di ripicca insensata che può far molto male e a cui si deve reagire non lasciandosi condizionare, ma informandosi sulla validità delle proprie scelte e continuando a svolgere i propri compiti quotidiani con la consapevolezza che i figli e i genitori non sono tutti uguali.
Non esistono regole e modus operandi predefiniti. Se si hanno dubbi è bene consigliarsi da esperti e ignorare le chiacchiere e i commenti delle mamme bulle.
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