Joan Raphael-Leff afferma che le mamme facilitartici più estremiste a volte idealizzano la maternità e insieme ad essa i loro bambini: ignorare problemi e difetti inevitabili vuol dire negare la realtà con conseguenze di adattabilità al mondo esterno inevitabili.
D’altro canto le mamme regolatrici, secondo la dottoressa Leff, mantengono i figli emotivamente a distanza, perdendo l’occasione di innamorarsi perdutamente di loro.

Entrambi gli stili hanno perciò i loro difetti e i loro vantaggi. I bambini con madri regolatrici sono più indipendenti e, quindi, è più facile prendersene cura. I bambini delle mamme facilitartici, da parte loro, ricevono una cura più attenta ai loro effettivi bisogni, non solo fisiologici, ma anche psicologici.

Joan Raphael-Leff suggerisce che, come in molti aspetti della vita, la via di mezzo è quella giusta: uno stile genitoriale che sia al tempo stesso facilitatore e regolatore è, senza dubbio, quello ideale. Nello stile della reciprocità le esigenze del bambino vengono soddisfatte dal punto di vista emotivo e, al contempo, lo si indirizza ad osservare regole fondamentali per la sua crescita e la sua futura vita sociale.

Queste classificazioni, se da un lato possono rappresentare un riferimento, per comprendere le varie modalità di approccio, riconducibili ad uno stile materno piuttosto che ad un altro, d’altro canto non possono esaurire la varietà e la complessità dell’universo materno. Ciascuna madre potrebbe riconoscersi in più stili diversi, a seconda delle situazioni e delle fasi che sta attraversando: ognuna di fatto passa continuamente dall’essere facilitante, regolatrice o reciproca; l’ambivalenza fa parte di una sana maternità e, se vissuta consapevolmente, arricchisce la relazione col proprio bambino.

Fonti:

Facilitators and Regulators: Conscious and unconscious processes in pregnancy and early motherhood

The psychological processes of childbearing