I bambini allattati al seno godranno di una migliore salute cardiovascolare da adulti. Questa è la conclusione pubblicata dal Journal of the American Heart Association.
I ricercatori hanno evidenziato un elemento fondamentale: l’allattamento al seno, anche se breve, stabilizza la pressione sanguigna dei bambini mantenendola a livelli bassi. La ricerca, condotta su un campione di 3.000 bambini nati tra il 2009 e il 2012, ha dimostrato che la pressione sanguigna dei piccoli allattati al seno è stata mediamente più bassa dei bambini allattati artificialmente ma non solo.
La durata temporale dell’allattamento è ininfluente, i valori inferiori della pressione sono stati registrati anche nei neonati allattati per pochi giorni.
La chiave di questa importante scoperta ha un protagonista inaspettato: il colostro. Secondo Kozeta Miliku, autore dello studio, i neonati nutriti con una piccola quantità di questo fluido hanno mantenuto una pressione sanguigna bassa fino ai 3 anni. Il colostro ha una composizione unica nel suo genere.
Sebbene i numerosi benefici dell’allattamento al seno siano ormai ampiamente riconosciuti, sia dalla comunità scientifica che dalle stesse madri, le opinioni e le raccomandazioni variano molto riguardo la durata ottimale dell’allattamento esclusivo.
Da vent’anni ormai, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità raccomanda l’allattamento esclusivo per sei mesi dalla nascita del neonato. Molti dei dibattiti recenti su questo argomento nei paesi sviluppati si sono concentrati sulla composizione del latte materno, in quanto a micronutrienti preziosi per la salute e lo sviluppo del bimbo, così come sull’esistenza e sull’efficacia dei benefici salutari di questa pratica.
Per valutare gli effettivi risultati dell’allattamento al seno per la salute, la crescita e lo sviluppo del neonato, e per la salute della stessa madre, è stato condotto uno studio. In particolare, sono stati messi a confronto l’allattamento al seno esclusivo per sei mesi contro l’allattamento esclusivo per quattro o cinque mesi, con allattamento misto (ovvero l’introduzione di alimenti liquidi o solidi complementari pur continuando l’allattamento al seno) per i successivi sei mesi.
Sono stati identificati, in particolare, circa venti studi indipendenti che prendono in considerazione questi criteri per un’indagine scientifica. La definizione di allattamento esclusivo, però, subiva numerose variazioni da paese a paese.
Né le prove, né gli studi osservazionali suggeriscono che i bambini che continuano ad essere allattati esclusivamente per sei mesi mostrano deficit di aumento di peso o lunghezza, anche se bisognerebbe analizzare campioni più grandi per escludere modeste differenze nel rischio di malnutrizione.
Secondo uno studio bielorusso, i bambini che continuano con l’allattamento esclusivo sembrano… [SEGUE]
L’allattamento al seno è quasi sempre possibile, oltre che raccomandabile, subito dopo il parto.
Quando il neonato è vigile e in salute e non ci sono state complicazioni, prima lo si espone all’allattamento al seno, più questo si avvierà efficacemente, garantendo al piccolo un metodo di alimentazione efficace, pieno di vantaggi sia per i bambini sia per le madri.
Esistono diverse strategie che la madre può adottare per fare in modo che il neonato inizi ad alimentarsi in questo modo, come vedremo.
Innanzitutto occorre che la madre sia quanto più comoda e rilassata possibile, così da riuscire a guidare nel modo più naturale il suo bambino, aiutandosi a sostenere il seno con la mano e stimolando la bocca del bimbo con il capezzolo.
È importante dire che il volume del latte aumenta parallelamente alla crescita del bambino e alla sua suzione: più il bambino cresce, più efficace sarà la sua suzione, maggiore sarà la quantità di latte prodotto. La durata della poppata è solitamente stabilita dal lattante stesso; è assolutamente normale che, soprattutto, all’inizio il piccolo voglia restare attaccato al seno per molto tempo, non bisogna preoccuparsi o scoraggiarsi.
Potrebbe essere consigliabile iniziare ad allattare… [SEGUE]
I neonati non sono tutti uguali, soprattutto per quanto riguarda il sonno. Ci sono molti fattori che entrano in relazione con la quantità e la qualità del sonno dei più piccoli.
Alcuni studi hanno evidenziato la correlazione tra il metodo di alimentazione del neonato e il rapporto sonno/veglia. Tale fattore influenza anche il sonno della madre. Dai dati è emerso che i piccoli allattati al seno passino più tempo svegli, di conseguenza anche le mamme dormono meno rispetto a quelle che allattano tramite il biberon.
Non solo, c’è un’altra variabile che incide sul sonno della mamma e e del bambino: la disposizione. Dunque si evince che dormire insieme o separatamente faccia la differenza.
Davvero dunque è utile la condivisione del sonno, soprattutto se si allatta al seno? È stato condotto un esperimento su donne che sono diventate madri per la prima volta e i loro figli alla quarta settimana dal parto. Lo scopo del progetto era l’osservazione della relazione tra alimentazione e disposizione del neonato e il sonno. Sono state calcolate le ore di sonno totale e quelle notturne, con annessi risvegli durante la notte.
Durante la giornata i bambini allattati al seno avevano [SEGUE]
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