Bambini: educare all’amicizia

Bambini: educare all’amicizia

L’amicizia è un fatto imponderabile, indefinibile in tanti suoi aspetti, ma una cosa è certa, inizia a farsi vedere dai primi anni dell’infanzia e sa crescere a volte per tutta la vita.

Difficile dare una definizione, ma l’amicizia è un fattore che tutti conosciamo e di cui godiamo, un rapporto universale con alcune caratteristiche più o meno sempre presenti, come intensità, reciprocità e un aiuto a dirimere i problemi in modo pacifico, ma senza imposizioni.

Negli anni ’70 gli studiosi dello sviluppo tendevano a negare la capacità dei bambini di creare relazioni significative amicali, ponendo quelle con la madre come principale e dominante. Per la psicanalista Susan Isaacs i rapporti fra bambini erano solo derivanti da un approccio egoistico.

Studi recenti come quelli di Baumgartner e Bombi (2005) sembrano ribaltare la prospettiva affermando che fra i 3 e 6 anni i bambini sanno già costruire rapporti con i coetanei senza la mediazione di un adulto.

L’amicizia cambia con le fasi della vita. Dai 3 ai 5 anni l’amico è sempre momentaneo, una sorta di avversario con cui si instaura una tregua di gioco, secondo le teorie di Rubin del 1998, ma il rapporto si interrompe se mancano le condizioni sicure.

Per gli adulti l’amicizia è alla base di una formazione del carattere e del rapporto con gli altri, ma è un aspetto che si apprende da bambini, con la crescita dell’autostima e della percezione dei confini nelle relazioni.

Gli adulti possono formare il bambino all’amicizia, interagendo con lui in modo empatico e sano, aiutandolo a sviluppare bisogni e limiti e ponendosi come modello delle relazioni amicali, mostrando un buon comportamento nei rapporti di questo tipo fra adulti.

Possono anche svolgere il ruolo di facilitatori, invitando amici e candidati per appuntamenti di gioco. Inoltre possono svolgere un ruolo soft di arbitro, spingendo alla ricerca di una soluzione pacifica e con autocontrollo, ma senza dare un giudizio in ambiti che non sono di loro pertinenza.

Le amicizie sono anche il punto di partenza per creare una relazione con chi è differente, perché in assenza di preconcetti e tabù i bambini possono relazionarsi anche con compagni di strati sociali differenti, di nazionalità diverse, anche grazie ad un forte linguaggio non verbale che caratterizza giocoforza le loro prime amicizie, gettandole basi per diventare adulti stabili e capaci di interpretare i comportamenti di chi hanno davanti e di capirne bisogni esigenze e anche i limiti.

Fonti

Children’s friendships

Judy Dunn, 2006, L’amicizia tra bambini

Emma Baumgartner, Anna Silvia Bombi, 2005, Bambini insieme. Intrecci e nodi delle relazioni tra pari in età prescolare

L’amicizia tra bambini: un valore importante

Le amiche senza figli: perché è complicato mantenere i rapporti dopo la maternità?

Le amiche senza figli: perché è complicato mantenere i rapporti dopo la maternità?

La nascita di un figlio è uno dei momenti più importanti della vita di una donna che inevitabilmente comporta un cambiamento radicale delle proprie abitudini e che spesso, anzi la maggior parte delle volte, conduce anche ad una rivalutazione di numerosi rapporti d’amicizia.

Dunque, una domanda sorge spontanea: perché dopo la maternità è complicato e difficile mantenere stabile e vivo un rapporto con amiche che non hanno figli? La risposta è semplice: spesso è difficile comprendere come i ritmi di vita di una madre possano cambiare, soprattutto per chi di figli non ne ha.

Una piccola premessa è d’obbligo: ogni donna deve sentirsi libera di scegliere se avere o meno dei figli, ma allo stesso modo, tutte le donne devono comprendere come le esigenze di vita cambiano quando una nuova vita viene al mondo.

In base al tipo di comportamento assunto, è possibile classificare le amiche senza figli in diverse tipologie di amiche senza figli

  • L’amica comprensiva: colei che, essendo empatica, comprende qualsiasi situazione, capisce la tua posizione e nonostante le tue assenze e gli appuntamenti mancati è sempre presente e pronta a darti un supporto e ad offrirti una mano a cui aggrapparti nei momenti di necessità…
  • La giudicante: ecco, forse lei è quel tipo di amica da cui prendere le distanze. Si tratta di quell’amica che ha deciso di improntare la propria vita su altro, prendendo la difficile decisione di non volere figli ma che, nonostante ciò, fa sentire te come quella sbagliata e inadatta: non perdendo occasione per “bacchettarti”, dispensando ottimi (secondo lei) consigli su come gestire la tua vita di mamma.
  • La nostalgica: ultima ma non per importanza, c’è colei che ti travolgerà nei momenti pre-concepimento. Proverà ad allontanarti dalla realtà per ricordarti dei momenti divertenti vissuti insieme prima del parto. Ricordandoti la forza che hai dentro, ma soprattutto che sei ancora una donna viva e in grado di divertirti ad una serata tra donne senza la paura di voler tornare a casa dopo aver varcato la porta di casa. Insomma, lei sarà il tuo salvavita nei momenti di stress e tristezza.

La nascita di un figlio cambia il mondo di una madre, ma ogni cambiamento è fonte di bellezza e felicità e in questo caso anche una fonte incondizionata di amore. Ma questo significa che una madre non avrà mai tempo per stare con delle amiche o per fare nuove conoscenze? La risposta è no.

La solitudine fa male, anzi, fare delle nuove amicizie o provare a mantenere vive quelle storiche è un’ottima idea, soprattutto perché una donna oltre ad essere una madre è anche un’amica, amante, moglie e tanto altro. Allontaniamo le amicizie tossiche, di amiche che ci hanno sempre giudicate e mai comprese, guardate con gli occhi dell’invidia e mai di ammirazione e gratitudine e diamo il benvenuto a donne che ci sostengono, nonostante non siano ancora madri.

Fonti

Le Mamme e le amiche

Il fenomeno delle amiche senza i figli

Gli amici senza figli: perdere un sacco di amici quando si diventa genitori