La paura degli estranei nei neonati

Vedere il proprio figlio piangere per motivi apparentemente non validi, come il semplice avvicinarsi di una persona non familiare, può destare preoccupazione nei genitori, oltre che essere fonte di imbarazzo.

Uno dei fenomeni più frequenti che coinvolge la maggior parte dei neonati è proprio la paura degli estranei, nota come “crisi dell’ottavo mese”. Il bambino, specie quando si trova nei primi di mesi di vita, reagisce a questo stimolo esterno utilizzando il pianto. Si tratta di una fase transitoria, che accompagna il neonato dagli otto mesi in poi, e che va poi a esaurirsi entro il secondo anno d’età.

Perché i neonati hanno paura degli estranei? Questa reazione viene stimolata nel momento in cui i bambini si rendono conto che davanti a sé non hanno più il genitore, bensì una persona sconosciuta, che non fa parte del proprio “nido”.

Si tratta di uno stato d’animo che rimarca a tutti gli effetti un rifiuto da parte del neonato delle persone che ha davanti, anche se si tratta dei nonni.

Molti genitori sono convinti che questa fase non sia funzionale nella crescita dei propri bambini, in verità è un chiaro segnale che indica i progressi compiuti dai bambini stessi: solitamente i neonati cominciano a distinguere i genitori dalle altre persone intorno all’ottavo mese, e nel momento in cui trovano davanti a sé un estraneo percepiscono un senso d’ansia, perché hanno coscienza del distacco avvenuto tra loro e i/il genitori/e.

Questa fase, seppur transitoria, può… [SEGUE]

Lo sviluppo emotivo dei bambini

A partire dalla nascita, i bambini imparano chi sono da come vengono trattati dagli adulti, a partire dai genitori. Le interazioni quotidiane e le relazioni affettive modellano l’autostima del bambino e lo aiutano a crescere. I bambini piccoli sono particolarmente sensibili alla stimolazione sociale ed emotiva: sperimentano, esprimono e percepiscono le emozioni prima di comprenderle appieno.

Vediamo quali sono le varie tappe dello sviluppo emotivo dei bambini, ricordandoci sempre che si tratta di riferimenti generali e che ogni bambino è diverso dagli altri e presenta notevoli peculiarità personali.


Il primo sorriso del neonato a cui può attribuirsi un vero e proprio significato sociale si ha già intorno a 2-3 mesi di età e la prima risata spontanea intorno ai 4 mesi. Tra i 2 ei 6 mesi, i bambini iniziano ad esprimere sentimenti come rabbia, tristezza, sorpresa e paura. Tra i 4 ei 6 mesi, distinguono i sentimenti e le espressioni emotive degli altri e, a partire dai 6 mesi, imitano il comportamento emotivo dei grandi.


Intorno all’età di 8-10 mesi, i bambini cominciano a provare l’ansia da separazione quando vengono separati dai loro genitori, dai nonni o da chi se ne prende cura in modo continuativo. L’intensità di quest’ansia varia da individuo a individuo e si basa sul temperamento e sull’ambiente del bambino. È durante questo periodo, intorno ai 9 mesi, che i bambini si accigliano per la prima volta per mostrare dispiacere o tristezza.


All’età di nove mesi, i bambini hanno imparato a esprimere un’ampia varietà di emozioni. Questo diventa subito evidente tra i 9 ei 10 mesi, poiché i bambini diventano molto emotivi: passano rapidamente da un’intensa felicità a un’intensa tristezza o frustrazione o rabbia.
Questa labilità emotiva si attenua quando i bambini sviluppano strategie rudimentali per regolare le proprie emozioni intorno agli 11 mesi di età.


Intorno all’età di 12 mesi, i bambini diventano consapevoli non solo delle espressioni delle altre persone, ma anche dei loro stati emotivi reali, in particolare di angoscia. Tra i 13 ei 18 mesi, l’ansia da separazione comincia a diminuire.

I bambini piccoli di solito entrano in un altro periodo emotivamente difficile tra i… [SEGUE]