Disturbi dell’umore in gravidanza e postpartum: il ruolo della tiroide

Sia i disturbi dell’umore sia le disfunzioni tiroidee sono comuni in gravidanza e nel periodo postpartum e possono avere implicazioni a breve e lungo termine per le madri e i loro bambini.


La tiroide è una ghiandola endocrina a forma di farfalla che si trova nella parte anteriore inferiore del collo e che produce due ormoni: la tiroxina (T4) e la triiodotironina (T3).


La tiroide svolge un ruolo fondamentale perché, rilasciando una quantità costante di ormoni tiroidei nel sangue, regola molte funzioni del corpo. Ad esempio, gli ormoni tiroidei possono influenzare la frequenza cardiaca (quanto velocemente il cuore) e il metabolismo (quanto bene e velocemente il corpo elabora il cibo). A volte la ghiandola tiroidea produce gli ormoni in maniera anomala: troppo pochi (ipotiroidismo) o in eccesso (ipertiroidismo).

Alcune donne hanno una disfunzione della tiroide prima della gravidanza, altre possono, invece, avere problemi alla tiroide per la prima volta durante la gravidanza o subito dopo il parto. Durante la gravidanza, gli ormoni tiroidei subiscono cambiamenti importanti ed è ormai ampiamente riconosciuto che i disturbi dell’umore e della cognizione spesso emergono in associazione a disturbi del metabolismo tiroideo.

Diversi studi hanno dimostrato, inoltre, una connessione tra la disfunzione tiroidea e la depressione durante la gravidanza e durante il periodo postpartum.

Opportunamente trattata, una disfunzione tiroidea non produce effetti né sulla madre né sul bambino. La disfunzione tiroidea in gravidanza non trattata può avere, invece, conseguenze per la madre e il bambino. I potenziali problemi includono la pre-eclampsia (gestosi), la possibilità di natalità prematura e anomalie congenite.

La tiroidite postpartum si verifica quando… [SEGUE]

Depressione post partum: un aiuto dal Babywearing

La depressione post partum è indubbiamente tra le più rilevanti complicanze a livello psichico relative alla gravidanza e al puerperio ed è più diffusa di quanto non si possa pensare: infatti, si stima che nel mondo Occidentale, colpisca dal 10 al 15% delle donne che partoriscono.


I disturbi collegati alla depressione post partum sono perlopiù gli stessi rilevati negli stati depressivi di grave entità e comprendono: apatia, disturbi del sonno, astenia, mancanza di appetito o al contrario voracità, difficoltà di concentrazione, mancanza di autostima (sia generale, sia nel ruolo di madre), nei casi più severi anche pensieri di morte e di suicidio; tutti sintomi che generalmente compaiono intorno alle 4-6 settimane successive al parto.


Negli ultimi anni si sono fatti passi in avanti nel trattamento di questa grave patologia e ha avuto risultati superiori alle aspettative il cosiddetto babywearing, che letteralmente significa “indossare il bambino” e consiste in quella pratica con cui si avvolge il bambino in fasce, che vengono poi legate al corpo della mamma.

Si tratta in realtà di una soluzione antichissima, grazie alla quale le mamme potevano prendersi cura del neonato, avendo contemporaneamente le mani libere per svolgere altre attività.


I benefici legati al babywearing sono incredibili, sia per la mamma, sia per il bambino: infatti, permette ad entrambi di mantenere uno stretto contatto, simile a quello precedente al parto e il piccolo può continuare a percepire il calore della mamma e il battito del suo cuore, fattori che contribuiscono a tranquillizzarlo e anche a limitare l’insorgenza di coliche.

Quanto alla madre, il babywearing si è dimostrato [SEGUE]

Allontana la paura, il dolore del parto e la depressione con la Mindfullness

La paura del dolore e il dolore in sé spesso pietrificano le future mamme che devono dare alla luce un bambino.

E la paura non aiuta nella percezione del dolore e nella fase espulsiva, in cui la collaborazione della donna è fondamentale.


Da qui l’importanza di beneficiare di un corso di preparazione al parto valido che sappia preparare le mamme e dare loro i giusti strumenti per affrontare psicologicamente questo momento così delicato.


A tal proposito, è stato condotto lo studio PEARLS (Prenatal Education About Reducing Labour Stress) su un corso preparto della durata di un week end incentrato sulla Mindfulness in merito alle sensazioni provate pre e post partum. I risultati sono stati successivamente confrontati con quelli registrati su un campione di donne che invece ha seguito il corso preparto classico, che non si incentra sulle pratiche di terza generazione per la gestione dell’ansia.

Sul campione di donne che ha seguito la Mindfulness si sono registrati risultati [SEGUE]