Bambini: no schermi fino ai 2 anni

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i neonati e i bambini non dovrebbero passare del tempo davanti agli schermi di tablet, pc o smartphone. Le raccomandazioni fanno parte di linee guida più ampie sull’attività fisica, il sonno e il comportamento sedentario che incoraggiano una maggiore attività fisica a partire dalla prima infanzia.

Per prevenire patologie future, in primis l’obesità infantile (e tutte le eventuali patologie connesse), e assicurare ai futuri adolescenti e adulti, un livello soddisfacente di benessere psico-fisico, è indispensabile diminuire la sedentarietà, incoraggiare l’attività fisica e assicurare una buona qualità del sonno nei bambini sin da piccolissimi.

I dati sulla sedentarietà degli adolescenti (80%) e degli adulti (23%) e sulle gravi conseguenze che ne derivano (oltre 5 milioni di decessi all’anno nel mondo per malattie collegate) sono illuminanti sulla necessità di abituarsi a uno stile di vita corretto a partire già dai primi due anni di vita.

Fondamentale, quindi, impegnare i bambini con giochi attivi, assicurandosi, al contempo, che il loro sonno sia sufficiente e di buona qualità.

Da uno studio, che ha interessato più di 500 bambini, pubblicato sulla rivista The Lancet Child and Adolescent Health nel gennaio del 2020 si evince che i bambini di età compresa tra i due e i tre anni che trascorrono più di tre ore al giorno davanti a qualsiasi tipo di schermo (tablet, pc, TV), all’età di 5 anni sono fisicamente meno attivi rispetto ai coetanei che, invece, utilizzano lo schermo per un’ora o meno ogni giorno.

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I neonati sono coscienti del corpo e di ciò che lo circonda?

I neonati sono più consapevoli di quanto si possa pensare. Indipendentemente da quante ore, giorni o mesi di vita abbiano, hanno una grande coscienza di quello che accade e, sorprendentemente, sono in grado di connettersi con le emozioni ed i sentimenti delle persone che li circondano.

Paura, frustrazione, ansia, stress… Avere un bambino causa un’esplosione di sentimenti non sempre positivi o semplici da gestire. In questi momenti la percezione dei neonati è “a fil di pelle”: se chi si prende cura di loro prova rabbia, timore, o vive stati di ansia, probabilmente loro lo sentiranno e diventeranno anche loro più inquieti del solito.

Si dice anche che i neonati siano come delle spugne: così come possono sentire frustrazioni o la tristezza, possono anche connettersi alla felicità, all’amore e ai sentimenti positivi. Sappiamo ad esempio che un tono di voce paziente ed amorevole può aiutare il bebè a calmarsi quando è molto agitato.

Nonostante non possano distinguere da dove viene un determinato odore o suono, i neonati possono riconoscere voci e aromi familiari, come quelli della mamma e del papà. Gli esperti affermano che sono capaci di calmarsi entrando in un ambiente con un odore familiare (come quello della propria cameretta o della camera dei genitori, se la culla è posizionata lì) oppure se ascoltano la voce dei propri genitori.

Inoltre, il neonato sa già chi sia la sua Mamma, anche prima di nascere. Ne riconosce il volto, le carezze e persino il battito del suo cuore. Verificarlo è semplice: basta concentrarsi sulle sue reazioni nel prenderlo in braccio o guardandolo negli occhi… nulla lo fa sentire più al sicuro.

Tra le tante cose di cui sono consapevoli, c’è anche il… [SEGUE]

Neonati: prevedere asma e allergie

L’asma è una malattia respiratoria molto frequente durante l’età infantile, nonostante colpisca persone di ogni età. Molti casi di asma vanno via via migliorando con il tempo, arrivando anche ad una totale risoluzione.

Nei bebè, specialmente, l’asma è spesso collegata ad una manifestazione delle allergie. Si presenta in forma di episodi nei quali il bambino manifesta peggioramenti bruschi della sintomatologia, solitamente dovuti all’esposizione a sostanze a cui è allergico.

Le prime feci del neonato possono aiutare a prevedere il rischio di sviluppo della malattia asmatica e di eventuali allergie, secondo un nuovo studio pubblicato nella rivista “Cell Reports Medicine”, da una squadra di scienziati dell’UBC in Canada.

L’indagine ha dimostrato che la composizione del meconio, ovvero, delle prime feci di un neonato – una sostanza densa e di colore verde scuro – è relazionata con il fatto che il bambino sviluppi o meno allergie durante il primo anno di vita.

I bambini più soggetti ad una sensibilizzazione allergica presentavano delle feci meno ricche di nutrienti alla nascita. Il meconio solitamente viene espulso il primo giorno di vita ed è composto da una serie di materiali ingeriti e digeriti durante lo sviluppo, che vanno dalle cellule della pelle, al liquido amniotico e diverse molecole conosciute come metaboliti.

Il meconio contiene tutte le molecole trovate e… [SEGUE]