QI, nascita pretermine e basso peso alla nascita

I bambini nati prematuri e quelli nati con peso inferiore alla media possono avere un QI (Quoziente Intellettivo) più basso. È quanto emerge da una analisi statistica pubblicata recentemente sulla rivista JAMA Pediatrics. La ricerca ha evidenziato che i giovani adulti nati a 32 settimane di gestazione o meno e con un peso di circa 2,2 kg, il peso minimo per un neonato sano, registrano punteggi del test del QI di 12 punti inferiori rispetto ai pari età nati entro il termine giusto e con un peso nella norma.


Fino al 2018, il 17% dei decessi infantili era dovuto a parti pretermine e basso peso alla nascita. I bambini che sopravvivono tendono ad avere problemi respiratori, problemi intestinali o di emorragie cerebrali. I problemi a lungo termine per le nascite premature includono il ritardo dello sviluppo e il basso rendimento scolastico. Il numero di nascite premature, nel corso degli ultimi decenni, è, fortunatamente, diminuito significativamente grazie al miglioramento delle condizioni sociali e all’evoluzione delle tecniche mediche.


L’analisi statistica suggerisce che la salute di un bambino alla nascita può influenzare, con la crescita e il raggiungimento dell’età adulta, la sua funzione cognitiva. Dieter Wolke della Warwick Medical School e coautore dello studio ha dichiarato, comunque, che le moderne cure neonatali per la maggior parte delle nascite pretermine si traducono in capacità cognitive comprese nei parametri normali.


Per l’analisi, i ricercatori hanno raccolto dati da 13 studi che includevano 2.000 adulti nati molto prematuramente o con pesi alla nascita molto bassi. La maggior parte degli adulti inclusi nell’analisi statistica è stata sottoposta a test di intelligenza intorno ai 20 anni o è stata valutata tra i 18 e i 30 anni.


Sebbene gli studi abbiano utilizzato vari test per la valutazione del QI, i punteggi medi degli adulti nati pre-termine o che avevano un peso alla nascita inferiore alla norma, in media sono risultati del 20% inferiori rispetto agli adulti nati con peso e gestazione normale. Per precisione di informazione ricordiamo che è considerato nella media un punteggio QI compreso tra 95-100.

Wolke ha affermato che al fine di migliorare la salute dei bambini nati prematuri… [SEGUE]

Papà sani per gravidanze sane

Sin dal delicato momento della ricerca di una gravidanza, la salute del padre non va assolutamente presa sottogamba, in quanto diversi studi scientifici recenti hanno dimostrato come la salute del papà influenzi non solo le chance di riuscire a beccare la cicogna, o concepire, ma anche l’esito finale della gravidanza.


La salute di entrambi i genitori incide profondamente sia sul concepimento che sullo sviluppo della gravidanza, ma si è sempre tradizionalmente pensato soprattutto alla salute materna come aspetto fondamentale per una buona riuscita di un percorso in cui la madre, in effetti, è direttamente in contatto col feto.

Ci si dimentica spesso che il padre contribuisce al 50% del patrimonio genetico dei figli, e di conseguenza indirizza il bambino verso un determinato futuro, soprattutto a livello di salute.


Recentemente, si sono prodotte interessanti evidenze scientifiche che dimostrano quanto la salute paterna incida sul buono o cattivo esito di una gravidanza. Padri in cattiva salute, stando ai dati raccolti tramite agenzie fornitrici di assicurazioni sanitarie, sono spesso coinvolti in gravidanze terminate ante tempo, aborti spontanei, morti in grembo o parti prematuri.


Tra le più comuni problematiche di salute riscontrate in questo studio, si riscontra soprattutto una netta correlazione tra gravidanze dal cattivo esito e padri affetti da condizioni quali iperglicemia, elevata pressione sanguigna, diabete, colesterolo, obesità e malattie croniche.

Padri affetti da diabete, ad esempio, contribuiscono a incrementare il rischio di… [SEGUE]

Padri affetti da diabete, ad esempio, contribuiscono a incrementare il rischio di scarsa crescita fetale e bassa età gestazionale alla nascita, mentre uomini con più comorbilità sono stati associati a parti pre-termine e basso peso alla nascita.


Inoltre, l’età gioca anch’essa un ruolo importante: gli stessi studi mostrano come i rischi di perdita fetale crescono in maniera esponenziale nei casi in cui il padre superi i 45 anni di età.


Motivo in più per esortare i futuri Papà a mantenersi in buona salute, soprattutto se stiamo cercando di mettere in cantiere una gravidanza serena.

Fonte:

Association between preconception paternal health and pregnancy loss in the USA: an analysis of US claims data