Post parto: ma perché quella pancia?

Post parto: ma perché quella pancia?

La gravidanza tende a sbilanciare drasticamente la forma del tronco: tutte le strutture, compresi i muscoli e le articolazioni, si tendono, infatti, per l’espansione dell’utero che accoglie il feto. Dalla ventesima settimana, le due fasce dei muscoli addominali retti si separano per fare spazio al bambino.

Il risultato è la cosiddetta diastasi recti (separazione addominale) con conseguente riduzione delle normali funzionalità degli stessi muscoli.

Si è ritenuto che a determinare la diastasi dei retti fossero specifiche condizioni, quali l’eccesso di peso della madre e del bambino. Una ricerca del 2015 ha smentito, però, la connessione tra la separazione dei muscoli addominali e fattori esterni. Il fenomeno è, in realtà, molto comune e colpisce oltre il 50% delle donne incinte.

I sintomi più comuni della diastasi recti includono: sensazione di gonfiore e crampi allo stomaco, male alla schiena nella parte lombare, stipsi e incontinenza. In alcuni casi si rilevano difficoltà respiratorie e digestive.

Durante la gravidanza, possono non manifestarsi sintomi evidenti. Nel secondo o terzo trimestre, si può notare un rigonfiamento sulla pancia, sopra e sotto l’ombelico, più evidente quando si usano i muscoli addominali per alzarsi, sedersi o sdraiarsi.

Se si avvertono intense sintomatologie dolorose all’addome, al bacino o alla schiena, è necessario rivolgersi immediatamente al medico.

Dopo il parto, il sintomo più evidente è un gonfiore persistente sull’addome, quasi come se il bambino non fosse ancora nato. La diagnosi della diastasi dei retti parte da una procedura che si può compiere anche da sole: ci si sdraia sulla schiena con le gambe flesse e i piedi appoggiati a terra; a questo punto si devono sollevare le spalle sorreggendo la testa con una mano. Con la mano libera si ispeziona l’addome, sopra e sotto l’ombelico, tastando le fasce muscolari.

È in corso la diastasi dei retti se si avverte, in alcuni casi non solo con il tatto ma anche a vista, un vuoto evidente tra i muscoli addominali.

Man mano che questi riacquistano forza e ciò avviene regolarmente dopo diverse settimane dal parto, il divario tra le due fasce muscolari inizierà a ridursi naturalmente. Il medico può confermare la diagnosi di diastasi dei retti con l’ecografia che fornisce, ovviamente, una misurazione più accurata dell’anomalia.

Per favorire la riduzione della diastasi è necessario:

  • Evitare di sollevare pesi
  • Evitare esercizi fisici che determinano iperpressione addominale.
  • Mantenere una postura corretta soprattutto durante l’impegno fisico
  • Regolarizzare l’intestino
  • Ridurre la tosse e controllare l’addome durante per evitare di “spanciare”.

Fonti

Diastasis recti.

Diastasis recti: Not just for newborns and pregnant women.

Rectus abdominis diastasis. DOI

Prevalence and risk factors of diastasis recti abdominis from late pregnancy to 6 months postpartum, and relationship with lumbo-pelvic pain. DOI

Pregnancy related abdominal diastasis: Patient information. (2017).

Diastasis recti abdominis during pregnancy and 12 months after childbirth: Prevalence, risk factors and report of lumbopelvic pain. DOI

Ritrovare se stesse dopo il parto col Pilates

Ritrovare se stesse dopo il parto col Pilates

Praticare Pilates dopo il parto può realmente aiutare le neo mamme a rimettersi in forma. Dopo la gravidanza e dopo aver partorito, i muscoli addominali si allungano, la parte inferiore della colonna vertebrale si inarca provocando mal di schiena, i muscoli del collo e delle spalle, a causa dell’allattamento, si contraggono eccessivamente e le braccia sono spesso dolenti per lo sforzo di tenere in braccio e sollevare il bambino.

Un programma mirato e completo di Pilates rafforza e migliora la flessibilità dell’addome, del pavimento pelvico e di altri muscoli importanti e aiuta a sciogliere la tensione muscolare. Le tecniche di respirazione del Pilates migliorano, inoltre, la qualità dei movimenti che si compiono quotidianamente e l’equilibrio posturale con grandi benefici sul benessere psico-fisico delle mamme.

Si consiglia, però, di attendere almeno 6 settimane dopo il parto vaginale prima di iniziare l’allenamento. Questo periodo di riposo consente all’addome di riprendersi dal parto e alla madre di abituarsi alla nuova vita. Dopo un parto cesareo, si deve aspettare un periodo più lungo: almeno 5 o 6 mesi.

Uno studio del 2017, ha valutato l’efficacia e la sicurezza di un programma di attività fisica basato sull’uso del metodo Pilates nell’arco di otto settimane in donne in gravidanza. La ricerca si è basata su parametri funzionali, quali peso, pressione sanguigna, forza, flessibilità e curvatura spinale, e su parametri specifici, come il tipo di parto, l’eventuale episiotomia (incisione del perineo per ampliare l’orifizio vaginale) e il peso neonatale.

Un campione composto da un totale di 105 donne in gravidanza è stato diviso in due gruppi: un gruppo ha seguito un programma di Pilates, per 2 sedute settimanali, mentre l’altro non ha seguito il programma. Sono stati riscontrati miglioramenti significativi nella pressione sanguigna, nella forza di presa della mano, flessibilità dei muscoli posteriori della coscia e curvatura spinale, oltre a miglioramenti durante il travaglio, diminuzione del numero di cesarei e episiotomie.

Si deduce che un programma di attività fisica di 8 settimane basato sul metodo Pilates migliora i parametri funzionali nelle donne in gravidanza e favorisce il parto.

Il Pilates può ridurre significativamente l’affaticamento materno postpartum. Infatti, in un altro studio (del 2015), 80 donne sono state divise casualmente in due gruppi. Un gruppo ha eseguito esercizi di pilates cinque volte a settimana per otto settimane consecutive. La prima sessione è stata condotta 72 ore dopo il parto. L’altro gruppo, anche in questo caso, non ha seguito nessun programma di allenamento.

Il livello di affaticamento di ogni donna è stato valutato alla dimissione dall’ospedale e a quattro e otto settimane dopo il parto. Durante le otto settimane di follow-up, si è scoperto che il gruppo di intervento aveva punteggi medi di affaticamento venti volte inferiori rispetto alle donne che non avevano fatto esercizio.

Fonti

Effect of Pilates exercises on postpartum maternal fatigue

Effectiveness of a physical activity programme based on the Pilates method in pregnancy and labour

Gravidanza sana per una vita sana

La salute in gravidanza influenza quella futura. Stare bene nei 9 mesi è importante, non solo per il bambino e nel presente, ma anche per garantire il benessere della Mamma negli anni a venire.

Viceversa, determinati problemi di salute in gravidanza, possono comportare dei rischi anche dopo al parto, come suggeriscono le evidenze scientifiche.


Ad esempio risultano molto significative le condizioni del cuore durante il periodo della gravidanza: parliamo di uno degli organi del corpo più sollecitati in questa fase della vita, in quanto il cuore si ritrova a pompare circa il 50% del sangue in più.


Secondo l’analisi di molti dati scientifici inoltre, le donne che soffrono in gravidanza di specifiche complicazioni, come il diabete gestazionale o l’ipertensione, risultano maggiormente a rischio di sviluppare in futuro tutta una serie di malattie cardiovascolari anche gravi, tra le quali ictus, infarti, malattie vascolari periferiche e insufficienze cardiache.


Ma oltre all’ipertensione e al diabete gestazionale ci sono altri fattori che sembrano influenzare la salute cardiovascolare della madre, ovvero:

  • il parto prima del termine (precedente cioè alla trentasettesima settimana di gravidanza),
  • dare alla luce un bimbo sottopeso o non in vita,
  • distacco della placenta

Parliamo di una percentuale considerevole di donne a sperimentare almeno uno di questi fattori (che peraltro possono anche influire sulla salute del bambino), ovvero del 10/15%, che quindi devono necessariamente essere consapevoli dei rischi che corrono per quanto riguarda il loro benessere futuro.

In particolare notiamo che le donne che presentino ipertensione in gravidanza… [SEGUE]

Allattare fa dimagrire?

Da molto tempo si discute del possibile legame che intercorre tra la perdita di peso nella fase post parto e l’allattamento al seno: infatti secondo molti, le donne che allattano al seno i loro figli, specie se in maniera esclusiva, hanno un maggiore dispendio energentico, quindi di conseguenza avrebbero una maggiore tendenza al dimagrimento.


Tuttavia, non essendoci dati certi, come fa notare l’International Journal of Obesity in occasione proprio della Giornata internazionale dell’obesità, si è deciso di mettere a confronto tutta una serie di dati incrociati, derivanti da molti studi di settore, così da determinare se davvero esistano delle correlazioni tra la perdita di peso e l’allattamento al seno o se si tratti solo di un luogo comune senza evidenze scientifiche.


Queste considerazioni sono nate proprio perché l’obesità nel mondo rappresenta un problema sempre più grave e la fase post partum è una delle più cruciali per quanto riguarda l’aumento di peso nella popolazione femminile giovane.


La maggior parte delle donne, non appena sopraggiunge il parto, desidererebbe tornare al proprio peso pre-gravidanza, ma in realtà pochissime ci riescono; da aggiungere il fatto che sono sempre di più le donne che presentano una forma di sovrappeso, se non addirittura di obesità anche prima della gravidanza.


È importante sottolineare che non si tratta di una questione meramente estetica, in quanto l’aumento di peso è associato allo sviluppo futuro di patologie anche gravi, quali ad esempio il diabete di tipo 2 o le malattie cardiovascolari.

Inoltre, si nota come l’aumento di peso in gravidanza abbia un effetto… [SEGUE]

Puerperio, importanti raccomandazioni

Il puerperio, cioè il periodo successivo al parto, è un periodo molto particolare e delicato, unico nella vita della donna. È importante avere cura sia a livello fisico che a livello psicologico della puerpera per garantire un’esperienza quanto più serena e naturale possibile. Perché questo avvenga nel migliore dei modi sarà bene seguire alcune indicazioni.

Il NICE “National Institute for Care Excellence” inglese, ha stilato delle linee guida sulle cure post natali, basate sulle più recenti evidenze scientifiche.

Fondamentale è in primo luogo per la neo-mamma un confronto con il personale sanitario, è cioè importante chiarire eventuali dubbi e perplessità e ascoltare con attenzione indicazioni e raccomandazioni.

Sarà poi necessario ricevere informazioni su segni e sintomi di eventuali complicanze fisiche o psicologiche legate al post-partum, sull’importanza degli esercizi del pavimento pelvico e su argomenti di carattere più generale e quotidiano (la dieta, l’esercizio fisico, il consumo di fumo e alcol, le abitudini sessuali e di contraccezione).


Subito dopo il parto ogni donna deve essere monitorata sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista emotivo e psicologico, numerosi possono essere i sintomi di qualche tipo di complicazione o problematica: importanti emorragie vaginali, dolore addominale, pelvico e perineale, febbre, fiato corto, dolore al petto, mal di testa o arrossamento e gonfiore del seno.

È importante che la neo-mamma faccia attenzione soprattutto… [SEGUE]

Il Parto: un’esperienza che trasforma la donna

Il parto è un’esperienza psicologica intensa che ha un profondo impatto fisico, psicologico, sociale ed esistenziale, sia a breve che a lungo termine. Lascia alle donne ricordi vividi e profondi per tutta la loro vita. Gli effetti del parto possono essere positivi e stimolanti, o, al contrario, negativi e traumatizzanti.

Dal punto di vista strettamente neurobiologico, il parto è condizionato dagli ormoni materni e fetali. Durante e subito dopo il parto, entrambi gli encefali, quello della madre e quello del feto, sono immersi in uno scenario neurormonale molto specifico, impossibile da riprodurre artificialmente e, quindi, di difficile ricostruzione. È probabile che la psicologia del parto sia mediata dai neurormoni, nonché da particolari aspetti culturali e personali, prettamente soggettivi.

I picchi di ossitocina endogena, ormone prodotto naturalmente dall’organismo umano durante il travaglio, insieme al rilascio progressivo di endorfine nel cervello materno, possono causare l’alterazione dello stato di coscienza. Questo fenomeno ha, però, ricevuto finora poca attenzione dalla neuropsicologia.

È evidente che la mancanza di comprensione e valutazione dei fenomeni psicologici innescati dal parto può determinare una condizione traumatizzante, addirittura devastante, per le donne anche quando madre e neonato sono fisicamente perfettamente sani.

Quando le donne in travaglio si imbattono, per esempio [SEGUE…]