
Lo sviluppo del linguaggio: la fase della lallazione
Si chiama lallazione ed è un vero e proprio training motorio che permette al bambino di allenarsi nella produzione dei suoni tipici che precedono la comparsa del linguaggio.
Conosciuta anche come bubbling, questa fase segna il suo esordio intorno ai 5 o 6 mesi di vita. Il piccolo inizia a emettere dei piccoli suoni che di per sé non hanno alcun significato pratico. Da un punto di vista strettamente emotivo invece la lallazione produce piacere nel bambino che ama ascoltarsi e ripetere quanto più possibile una serie di semplici sillabe.
Nonostante il bubbling sia un allenamento che precede lo sviluppo della parola e del linguaggio, non dobbiamo sottovalutarne la potenza espressiva. Con il tempo il bambino infatti impara a modulare tono, ritmo e frequenza dei suoni emessi, riuscendo così a comunicare ai genitori le sensazioni che prova: rabbia, gioia, fastidio.
La lallazione è caratterizzata da due stadi. Il primo è quello del bubbling canonico. Il piccolo inizia a produrre un suono composto da sillabe identiche tra loro: ma-ma-ma, ad esempio, oppure pa-pa-pa. La sequenza è sempre la stessa (consonante e vocale) e viene ripetuta numerose volte.
Sembrano parole di senso compiuto, come mamma e papà: in realtà il bimbo sta semplice iniziando a produrre suoni elementari. Verso i 10 mesi il piccolo modifica le sillabe e ne produce di più complesse.
Questa fase, chiamata lallazione variata, rappresenta lo stadio delle proto-parole: la struttura è più complessa, lunga, articolata e quasi intenzionale. Le sillabe assumono una forma diversa (ma-pa-ma-na ad esempio) e un preciso significato in base al contesto in cui vengono utilizzate.
Lo stadio successivo è quello del linguaggio e delle prime parole che saranno chiare e di buona qualità se la lallazione avrà attraversato una serie di step ben precisi: l’esordio intorno ai 5/6 mesi e il passaggio da uno stadio all’altro.
A questo va aggiunto anche un altro punto fondamentale: il bubbling deve essere frequente e rumoroso. Il bimbo si esercita spesso nella produzione delle piccole sillabe e lo fa in momenti quali il cambio del pannolino o durante il bagnetto. La lallazione non è assolutamente codificata e uguale in tutti i bambini in quanto dipende dalla singola maturità funzionale ma anche dal contesto linguistico nel quale vive il piccolo.
Non deve allarmare inoltre un improvviso blocco nell’emissione di questi suoni. Una regressione è del tutto normale e spesso preannuncia l’arrivo delle prime parole. Cosa fare se il bimbo non lalla? Non bisogna spaventarsi ma semplicemente iniziare a stimolare il piccolo con giochi e piccole conversazioni.
Fonti:
S. Bruner, “Il linguaggio del bambino. Come il bambino impara a usare il linguaggio”.
M. Tomasello, “Le origini della comunicazione umana”