Lo stress aumenta la probabilità di concepire figlie femmine

Spesso abbiamo sentito parlare di come lo stress, durante la gravidanza, abbia effetti negativi sulla salute della mamma e del bambino. Causa sintomi psicopatologici, quali depressione post-partum, parto prematuro, e complicanze ostetriche al momento della nascita.

Oltre ai ben noti rischi, ci si è chiesto se lo stress possa determinare qualche collegamento col sesso del bambino, e viceversa. Un recente studio condotto all’Università di Granada (Spagna) ha stabilito che chi soffre di stress prima della gravidanza e durante il concepimento ha quasi il doppio delle probabilità di generare una figlia femmina.

Per analizzare la relazione tra il sesso della prole e lo stress delle madri nel primo trimestre di gravidanza, 108 donne di età compresa tra 22 e 43 anni sono state sottoposte alla misurazione del loro stress biologico e psicologico.

Nel primo caso si è proceduto tramite misurazione dei livelli di cortisolo (ormone steroideo rilasciato in risposta allo stress) concentrato nei capelli; nel secondo caso, tramite PSS (scala dello stress percepito), PDQ (stress specifico della gravidanza) e SVS (vulnerabilità allo stress). I risultati sono stati sorprendenti: le donne che avevano partorito una femmina presentavano concentrazioni più elevate di cortisolo nei capelli, prima, durante, e dopo il concepimento, rispetto a quelle che avevano dato alla luce un bimbo.

Ci sono altre possibili ipotesi che tentano di spiegare questo fenomeno, tra cui i livelli più alti di testosterone femminile in correlazione allo stress prenatale.

Quello che è chiaro è che i feti sono vulnerabili e lo stress gioca un grande ruolo. Per corroborare questa tesi risultano fondamentali ulteriori studi.

Fonti:

Hair cortisol levels in pregnancy as a possible determinant of fetal sex: a longitudinal study

Women who experience more stress around the time of conception are twice as likely to give birth to a girl

Mettersi in contatto col bambino nella pancia: gli straordinari effetti

Quante emozioni e pensieri caratterizzano l’attesa di un bambino. Quando la gravidanza è desiderata, non si aspetta altro che la sua nascita, per potergli finalmente parlare e toccarlo dopo ben 9 mesi.

Recenti e importanti studi però dimostrano come relazionarsi con il futuro nascituro quando è ancora nella pancia della mamma, porti benefici sia per lui sia per i genitori.

Uno studio del 2019 pubblicato sulla rivista scientifica ‘Ostetricia’ indica come sia essenziale per la coppia che attende un bambino instaurare con lui un legame di tipo emotivo.

Si tratta di uno studio importante, che prende in considerazione la figura del papà, sovente marginale quando si tratta di gravidanze. Inoltre, focus della ricerca era anche quello di valutare alcune caratteristiche della coppia, come ad esempio il loro legame.

Cambia qualcosa per il feto e per il benessere della gravidanza se i genitori sono ostili tra loro o se invece hanno un’empatia profonda? L’ansia prenatale influisce sul modo in cui il feto si sviluppa? Apparentemente sì, e anche se gli studi da condurre sono ancora all’inizio, molti sono già i dati su cui ragionare.

Ulteriori evidenze arrivano da un altro studio del 2018 [SEGUE]