I neonati sono coscienti del corpo e di ciò che lo circonda?

I neonati sono più consapevoli di quanto si possa pensare. Indipendentemente da quante ore, giorni o mesi di vita abbiano, hanno una grande coscienza di quello che accade e, sorprendentemente, sono in grado di connettersi con le emozioni ed i sentimenti delle persone che li circondano.

Paura, frustrazione, ansia, stress… Avere un bambino causa un’esplosione di sentimenti non sempre positivi o semplici da gestire. In questi momenti la percezione dei neonati è “a fil di pelle”: se chi si prende cura di loro prova rabbia, timore, o vive stati di ansia, probabilmente loro lo sentiranno e diventeranno anche loro più inquieti del solito.

Si dice anche che i neonati siano come delle spugne: così come possono sentire frustrazioni o la tristezza, possono anche connettersi alla felicità, all’amore e ai sentimenti positivi. Sappiamo ad esempio che un tono di voce paziente ed amorevole può aiutare il bebè a calmarsi quando è molto agitato.

Nonostante non possano distinguere da dove viene un determinato odore o suono, i neonati possono riconoscere voci e aromi familiari, come quelli della mamma e del papà. Gli esperti affermano che sono capaci di calmarsi entrando in un ambiente con un odore familiare (come quello della propria cameretta o della camera dei genitori, se la culla è posizionata lì) oppure se ascoltano la voce dei propri genitori.

Inoltre, il neonato sa già chi sia la sua Mamma, anche prima di nascere. Ne riconosce il volto, le carezze e persino il battito del suo cuore. Verificarlo è semplice: basta concentrarsi sulle sue reazioni nel prenderlo in braccio o guardandolo negli occhi… nulla lo fa sentire più al sicuro.

Tra le tante cose di cui sono consapevoli, c’è anche il… [SEGUE]

Baby Talk: come parlare ai neonati

Gli adulti tendono a modificare il modo in cui parlano quando si rivolgono ai neonati e ai bambini piccoli. Il loro linguaggio diventa più lento, più alto nel tono, esagerato negli schemi d’intonazione. Le loro frasi diventano più brevi e più semplici con molte ripetizioni.

Questo specifico modo di parlare è noto comunemente come Baby-talk.
Il Baby-Talk si caratterizza, quindi, per la semplicità e il ritmo cadenzato, diretti entrambi a favorire nel bambino, l’acquisizione della capacità di parlare e per la prevalenza della componente affettiva. I neonati tendono a prestare più attenzione e a rispondere meglio alle conversazioni che usano questo tipo di linguaggio piuttosto che alle conversazioni normali che usano i ritmi e i toni tipici del modo di parlare degli adulti.

Il tono scherzosamente esagerato e acuto della voce dell’adulto che usa il Baby-talk, illumina letteralmente la mente del bambino.
L’ottanta per cento dello sviluppo fisico del cervello avviene, infatti, durante i primi tre anni di vita. Man mano che il cervello s’ingrandisce aumentando di volume, si formano anche le connessioni di cui ha bisogno per pensare, apprendere ed elaborare le informazioni. Queste connessioni, chiamate sinapsi, nei bambini piccoli si formano molto velocemente: circa 700 al secondo!


Il Baby-talk accende le sinapsi nella parte del cervello che presiede alla gestione della formulazione e comprensione del linguaggio. Questo processo può rafforzare le future abilità linguistiche del bambino e la sua capacità complessiva di apprendimento. Studi recenti hanno accertato che i bambini a cui ci si rivolge con i caratteristici toni e ritmi del baby-talk a due anni conoscono più parole dei loro coetanei.


Patricia Kuhl, codirettrice dell’Institute for Learning & Brain Sciences dell’Università di Washington che da decenni studia l’apprendimento precoce del linguaggio da parte dei bambini, spiega che il Baby-talk ha tre caratteristiche principali. Innanzitutto, il tono generale più acuto. I contorni dell’intonazione sono, inoltre, molto sinuosi nel senso che gli alti sono più alti e i bassi sono più bassi.

Il Baby-talk, infine, è più lento, con pause tra le frasi per… [SEGUE]